di Chiara Gaggioli
Giugno si avvicina e con esso anche gli esami. Un altro traguardo da superare indenni, dove però, ancora accampa persino la paura di non passarli. Perché in noi c’è quella fretta di andare via e di cambiare tutto, forse perché siamo insoddisfatti, forse perché abbiamo solo voglia di iniziare un nuovo capitolo o probabilmente siamo solo stanchi di essere chiamati bambini. Penso che, per quanto ci siamo sentiti rinati una volta usciti dalla scuola elementare, che più che scuola era casa, tagliando di netto il nostro essere piccoli e formando il nostro carattere, seppur in modo prematuro, siamo rimasti delusi nello scoprire che, una volta messo piede qua dentro, non eravamo nessuno. E’ questa una vittoria, oppure una sconfitta? A voi, giovani leve fresche d’ingresso in questa scuola, tutto appare nuovo e tutto da conquistare tanto che, una volta arrivati in terza, vi sentirete padroni della scuola. Tutti sapranno come vi chiamate, e sarete identificabili come “veterani” e nessuno vi fermerà più. Tutto ciò fino a Giugno, fino a quegli esami d’uscita che faranno posto agli altri “nuovi” che vi subentreranno a Settembre, qundo noi, appunto, saremo immersi in un universo diverso, più adulto, pronto ad accogliere solo la versione più matura di noi. Quel mondo dove gli insegnanti diventano un punto di riferimento e non più i sostituti dei genitori. Perché appunto, questo significa essere grandi, uno status che starà a noi gestire, manifestandolo con il senso di appartenenza alla scuola scelta. Personalmente, penso che, per come siamo abituati a sentirci confortati dopo un brutto voto, proprio da chi ce lo ha dato, questo nuovo capitolo della nostra vita segnerà un profondo cambiamento anche sotto questo aspetto. Tutto starà nel capire il funzionamento della macchina delle “Superiori” per poi ingranare la marcia giusta e mettersi al passo con i veterani. Il tempo, però, dedicato a questo passaggio è sempre tiranno tanto che, alla fine, quando pensavi di avere ancora del tempo a disposizione, ti ritrovi veramente parte di questa strana “stazione di passaggio”. Il nodo alla gola che si forma una volta varcata la soglia di un nuovo mondo è il combustibile che dà il “la” ad un ciclo di ambientazione. Questa “paura del diverso” potrebbe, tuttavia, bloccarci, per proteggerci dalle tante insidie di questo nuovo mondo. Tempi in cui tra i rischi online e le false amicizie messe alla lenza, usare decisamenete un po’ di prudenza non farebbe poi, tanto male. Forse, dovremmo lasciare i cellulari spenti per aprire la mente a quello che per definizione accademica è il periodo più bello della nostra vita, dove i rapporti personali sembrano quasi più “liberi”. Sono certa che, al di là dello schermo, la realtà sia davvero più divertente e il nostro compito è solamente quello di prenderla per mano e modellarla come più ci piace. Grazie perciò a “quell’edificio” dove siamo entrati più piccoli e dal quale, oggi usciamo formati, maturi e caratterialmente forti, pronti ad affrontare un mondo nuovo che, sebbene ricco d’insidie, sarà per tutti noi un percorso importante della nostra vita col quale crescere, formarsi e forgiarsi per essere pronti a fare la differenza!!