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LA SARTIGLIA

TRADIZIONI POPOLARI: IL CARNEVALE IN SARDEGNA

 

Carnevale = Sartiglia. Sì, per gli oristanesi è proprio così. Ma che cos’è veramente la Sartiglia? Da dove proviene e qual è il suo scopo? Sono tante le domande che sorgono spontanee a cui proveremo a rispondere partendo dalla sua nascita per arrivare fino ad oggi…

 

Per capire che cosa essa sia, partiremo dal 1250, quando venne importata in Sardegna dalla Spagna, e dove già la praticavano i Mori. Questa corsa ad anello veniva celebrata per le classi nobili, per poi essere diffusa tra quelle borghesi e quindi a quelle subalterne, fino a diventare pubblica. Nell’XI secolo vennero introdotti in Europa i giochi militari, che venivano utilizzati per l’addestramento dell’esercito che, col passare degli anni, ha subito diversi cambiamenti sino al XV e XVI secolo, quando le corse equestri divennero spettacoli per il pubblico. Nella Sartiglia convivono elementi di tradizione e cultura tramandati da centinaia o forse migliaia di anni. Tale manifestazione popolare, infatti, consiste nel tentativo dei cavalieri di centrare il bersaglio, ovvero una stella bucata al centro, sopra un cavallo. Ancora oggi in tutta Italia si contano numerose gare di abilità di cavalieri che tentano la sorte cercando di centrare un anello con una lancia, mentre tramite altre tipologie di giostre sono impegnati nel colpire un bersaglio rappresentato da una sagoma, che rappresenta il cavaliere contro il quale anticamente ci si scontrava in duello come il torneo di Foligno o la corsa del Saracino di Arezzo. I più antichi documenti relativi alla storia della Sartiglia di Oristano, custoditi nell’Archivio Storico cittadino, parlano di una Sortilla organizzata in onore dell’imperatore Carlo V probabilmente nel 1546. Altri documenti riferiscono dell’acquisto da parte dell’autorità cittadina del tempo nella bottega di un maestro falegname, degli stocchi, ovvero un tipo di spada, da utilizzare per la corsa. Questo particolare porta a pensare che probabilmente, in età spagnola, in origine la corsa fosse organizzata dalla stessa istituzione municipale e, successivamente, affidata ai gremi, le associazioni di mestiere in attività nella Città Regia a partire dal XVI secolo, che ne hanno tramandato il rito fino ai nostri giorni. Un rito propiziatorio per far sì che il raccolto vada a buon fine. Attualmente non conosciamo documenti che testimoniano la corsa in età medievale ma i frequenti rapporti dei regnanti oristanesi con i proprietari terrieri dell’Italia dei comuni del XIII e del XIV secolo, inducono a supportare che i sovrani del giudicato d’Arborea conoscessero bene i giochi di esercitazione militare e che nobili e cavalieri si cimentassero con la spada e la lancia nelle prove di abilità e addestramento a cavallo. Le Città Regie del Regno di Sardegna di età spagnola, ovvero le sette città sottomesse di Cagliari, Sassari, Oristano, Alghero, Iglesias, Castelsardo e Bosa, godevano di privilegi, e tra questi, vi era la possibilità di istituire dei gremi. Tali rapporti, che riunivano in associazioni religiose soci che praticavano lo stesso mestiere, in origine erano chiamate con il nome di maestranza oppure offici o contraria o anche germanidad e, solo a partire dal XVIII secolo, è stato certificato il nome gremio derivante dall’espressione “in gremio”, che indica il mettersi in grembo, sotto protezione. È innegabile che i gremi sardi siano nati ad imitazione di quelli catalani. In città solo chi apparteneva a una corporazione poteva aprire una bottega e lavorare. In periodo sabaudo ciò risultò ormai troppo restrittivo per i limiti del mercato e del mestiere, tanto che nel maggio 1864, un’apposita legge, decretò che, a partire da quel momento, alcuni gremi si sarebbero trasformati in “società” che continuarono a tramandare culti e feste in onore del santo patrono. Nella città di Oristano fino alla prima metà del XIX secolo, operarono ben sette gremi: muratori, calzolai, fabbri, falegnami, figoli, sarti e contadini, oggi rimasti solo in due: il Gremio dei Contadini di San Giovanni e il Gremio dei falegnami di San Giuseppe. Ecco perché la Sartiglia, non è il solito e comune Carnevale, bensì qualcosa di storico appartenente alla tradizione popolare Oristanese nata durante la dominazione Aragonese in Sardegna.

 

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