SOCIETA’: LO SFRUTTAMENTO MINORILE
Sono troppi i bambini nel mondo che non vedono rispettati i loro diritti. Gli adulti li sfruttano sempre di più e noi, troppo spesso, stiamo a guardare. Ma allora cosa dobbiamo fare? Una sola cosa: rispettiamoli ovunque essi siano!
di Alexandra Cadoni
Così come gli adulti, anche i bambini hanno dei diritti e vanno tutti rispettati. In molti paesi del mondo non li rispettano e i bambini sono costretti a lavorare sodo per ricevere un pasto con cui potersi nutrire. Questo fenomeno si chiama sfruttamento minorile e di questo delitto, come abbiamo appena detto, sono in tanti a macchiarsi: aziende, sfruttatori e molto spesso, anche genitori. Forse lo fanno per portare un pasto caldo a casa oppure un semplice tozzo di pane per poter andare avanti. Tuttavia, questo fenomeno non può essere giustificato in alcun modo perché il rispetto e la tutela dei minori devono sempre essere salvaguardati. Ecco perché ogni bambino deve poter sempre e comunque, potere esercitare il suo diritto all’istruzione, al nutrimento, ad esprimere le proprie opinioni. Ma soprattutto al diritto alla salute, a praticare la propria religione e al diritto a non lavorare. I Paesi che non rispettano questi diritti sono tanti fra cui il Niger, l’Angola, il Mali e la Somalia. Fra questi, quello maggiormente popolato da bambini sfruttati ed esposti a rischi è il Niger. L’Italia è uno dei Paesi che rispetta maggiormente questi diritti, tanto che si colloca all’ottavo posto, dopo la Germania e il Belgio. Purtroppo però, come abbiamo detto nelle righe precedenti, questi bambini lavorano, delinquono, chiedono l’elemosina e, in questi tempi, spesso spacciano la droga. Lo fanno perché non vanno a scuola e nessuno li controlla: i genitori, spesso impegnati a lavorare, li lasciano liberi di fare quel che capita, utilizzando la strada come palestra di vita. Sono 152 milioni i bambini e adolescenti di qui 64 milioni sono bambine e 88 milioni sono bambini, le vittime del lavoro minorile. A livello globale, sono 160 milioni quelli tra i 5 e i 17 anni, finiti nelle maglie dello sfruttamento lavorativo, di cui quasi la metà, 79 milioni, sono costretti a svolgere lavori duri e pericolosi. Emerge che in Italia 336 mila minorenni di età compresa tra 7 e 15 anni abbiano avuto esperienze di lavoro. Praticamente, il 6,8% della popolazione di quell’età, mentre è del 20% la percentuale dei 14-15enni che hanno lavorato prima dell’età legale consentita, ossia 1 minore su 5. Questi piccoli uomini non vanno a scuola, per andare spesso a fare lavori pesanti e pericolosi per la propria salute e la propria crescita, come lavorare nelle miniere, nei campi di cotone, nelle cave o nelle industrie tessili, e addirittura, a frugare nelle discariche alla ricerca di cibo. Siamo certi che se questi bambini avessero la possibilità di crescere sani e andare a scuola, avrebbero un futuro migliore e trovare una sistemazione seria e valida per potere far parte della società civile. Una società che, purtroppo, non è capace di garantire loro questi diritti, abbandonandoli al proprio destino. Un vero peccato perché così facendo si alimenta ancora di più la delinquenza minorile.