SOCIETA’: LA CELEBRAZIONE DELLA DONNA
La Festa della Donna, ormai conosciuta in tutto il mondo, si dice abbia origini diverse e, stavolta, siamo volute andare oltre per districarci tra politica e falsi storici e raccontarvi le vere ragioni di questa ricorrenza. Quale sia l’avvenimento che ha davvero dato origine alla festa della donna poco importa perché quel che bisogna ricordare è che essere donne non è mai stato facile e perciò l’8 marzo è bello omaggiare le donne con delle mimose, diventate dal 1946, il simbolo di questa festa.
di Gioia Gosciu
Non ne basterebbero 100, bensì 365. Già, perché queste sono le giornate in cui tutti dovrebbero ricordarsi di noi donne, e di tutto ciò che facciamo durante tutto il periodo dell’’anno. 8 marzo di ogni anno fin dal 1911, anno in cui venne registrato il primo episodio che accese le proteste delle donne per farsi sentire dai governanti di tutto il mondo. È questo, infatti il giorno in cui cade la Giornata internazionale della Donna, un appuntamento nato per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto affrontare per innalzare sempre più le loro voci, inascoltate fino ad allora. Questa festa viene spesso collegata a due avvenimenti storici: il primo risale al 1911, riferita ad un gruppo di operaie di un’industria tessile di New York che, mentre stava scioperando da giorni contro le terribili condizioni in cui lavoravano, furono vittime della presa di posizione della proprietà dell’azienda che, dopo aver fatto bloccare le uscite della fabbrica, impedì alle operaie di uscire e di esporle alle fiamme di un incendio scoppiato al suo interno che uccise ben 134 di queste lavoratrici. Tra queste donne c’erano molte immigrate, tra cui alcune italiane, che cercavano solo di migliorare la propria condizione di vita. Il secondo evento storico dimostra esattamente l’impegno delle donne per i propri diritti e la propria libertà ed è legato alla rivoluzione russa del 1917, durante la quale oltre a tutti quegli uomini in rivolta, anche molte operaie russe scesero in strada a protestare contro lo zar. Tuttavia, la vera origine della festa della donna ebbe una genesi molto più “ordinaria” collegata strettamente alla politica dei primi del Novecento, quando la popolazione femminile si organizzava per reclamare maggiori diritti, fra i quali, quello considerato più importante era quello al voto. Pertanto, nel 1909, il Partito Socialista americano lanciò l’idea di una giornata dedicata all’importanza delle donne all’interno della società, e venne celebrata il 23 febbraio di quell’anno per la prima volta. Questa proposta oltrepassò i confini nazionali e venne ripresa dall’attivista Clara Zetkin, nel 1910, durante la seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste tenutasi a Copenaghen. Da quel giorno ogni Paese cominciò a scegliere una data da dedicare alla figura femminile che, solo nel 1921 divenne una data unica calendarizzata all’8 marzo. Quale sia l’avvenimento che ha davvero dato origine alla festa della donna poco importa perché quel che bisogna ricordare è che essere donne non è mai stato facile e perciò l’8 marzo è bello omaggiare le donne con dei mazzolini di mimose, diventate dal 1946, il simbolo di questa festa. Oggi più che mai è importante lottare per i diritti delle donne: sono stati fatti grandi passi avanti ma non sono ancora abbastanza. La differenza che c’è tra uomo e donna nella società si chiama gender gap, ed esiste solo dal fatto che in questo pianeta non ci siamo ancora abituati alle uguaglianze. Gli uomini ricoprono ruoli professionali più importanti mentre le donne sono relegate alla cura degli altri. Dall’espressione dei media si può capire facilmente quanto le donne siano trattate diversamente dagli uomini: davanti al loro cognome viene messo l’articolo “la”, tanto che gli studenti ne sono consapevoli e chiamano le professoresse per cognome precedendolo da un “la”. E ancora, le professioni sempre declinate al maschile: il medico, il ministro, il presidente. Allo stesso modo, a parità di posizione professionale una donna guadagna ancora meno di un collega uomo, e quando nascono dei bambini questo divario si amplia ulteriormente. Persino alla nota scrittrice inglese J. K. Rowling, durante la pubblicazione de “Harry Potter e la pietra filosofale”, venne detto di non esplicitare il suo nome, purché i giovani si sentono più interessati ai libri di autori maschi. Per questo, oggi le donne in Italia hanno gli stessi diritti degli uomini, tra cui quello di votare. C’è un futuro che aspetta tutte le donne, un futuro rosa che richiede l’attenzione di tutti e non si limita a ricevere ogni 8 marzo un mazzo di mimose!